martedì 8 giugno 2010

INIZIA L'ERA DEL BORDO OBBLIGATO

Dopo Scarlino e il melges 20, sono stato a Punta Ala con gli X 35. Un paio di giornate di scirocco(leggero) hanno fatto si che la strategia ottimale fosse un bel bibordo a sinistra(il vento infatti curvava molto lungo la costa).
Lo scorso weekend invece con Saetta ci siamo presentati da campioni italiani alla tappa di Numana, bella località in prossimità
del monte Conero. Un'altro promontorio quindi, che ha fatto sì che con il vento da nord-nordovest ogni metro speso mure sinistra prima della layline di sinistra fosse solamente buttato nel gabinetto....
Adesso sono in procinto di partire(melges 20) per Riva del Garda,che dei campi dal bordo obbligato è regina(Il famoso Ponale!!).
Dopo sarà la volta dell'Europeo di Ufo 22 ad Acquafresca(forse meno obbligato, ma è pur sempre Lago di Garda!), di Torbole con i melges 24(stesso discorso di Riva), dell'europeo Laser 4000 a Riva e della Gold Cup melges 20 a Navene (dove con l'ora la punta di campagnola decide le regate, mentre con il peler si parla di capo Reamol..).
Con campi di questo genere diventa fondamentale la partenza. Non solo è importante essere subito liberi di andare dalla parte favorita, ma anche
importante valutare bene in che punto della linea partire. Infatti con una parte del percorso così favorita(ad esempio , a Numana, la sinistra), spesso i comitati tendono a dare alla linea di partenza un inclinazione leggermente favorevole dalla parte opposta(in quel caso verso la barca comitato,l'estremità destra). Quindi in questi casi la regata viene decisa prima della partenza, quando si decide la zona in cui tagliare. Bisognerà infatti valutare quanto è grosso il vantaggio del lato favorevole del percorso e quanto è grosso quello dato dall'inclinazione della linea di partenza. Infatti a volte anche con 10° di buono su un'estremità della linea si decide di partire dalla parte opposta. Questo succede quando si è sicuri che, prima di raggiungere la layline, si riuscirà, dopo aver virato, ad incrociare davanti alle barche che prima si trovavano sopravvento. Quindi potrei dire che vale la pena partire nell'estremità più sopravvento della linea solo se ciò non pregiudica la realizzazione della strategia della regata.
Con campi di questo genere risulta altrettanto fondamentale la velocità. Non che negli altri tipi di regate non sia importante,anzi, ma situazioni del tipo descritto sopra fanno si che dopo la partenza ci sia una specie di "autostrada", con tutta la flotta che naviga compatta verso il lato favorito del percorso, facendo diventare la regata una di quelle che gli anglosassoni chiamano "drag races", cioè una gara di velocità pura.
Per avere delle regate con un campo "aperto", con salti di vento dal periodo più o meno lungo e, soprattutto, senza l'eccessiva influenza della costa, probabilmente bisognerà aspettare di andare a Tallinn per il campionato del mondo di Melges 24.

2 commenti:

Allabendur ha detto...

Passa alle regate off shore, o fatti bombardare i capi dall'aviazione americana...

chicco ha detto...

bell'idea!