Our weekend in Montecarlo has been much more difficult than anyone could think while looking at the results. The Melges 20 handling is very technical particularly on a beat with very light winds. I've been impressed by the different true wind angles between the lulls of 1-2 knots and the puffs just a bit stronger: the pressure of the wind is clearly the most important thing to take care, while the shifts are not that important. The tactic setting of the race it's quite different from the other boats I use to sail(Melges 24,Melges32), in this extremely light stuff.
I remember the first race in particular, when the lead has been changing in every leg of the course, with not much possibility of loose control for the leaders. Naturally with just a little stronger winds the 20es have more similar speeds and angles and this takes to the ordinary way.
In Monaco we were the heaviest crew of the fleet, and therefore suffering in the long swell and in the light air, but I would say we were very able in the boathandling and so competitive for the 1st place.
The serie of races has been defined by the wind pressure: the first to take it achieves massive gains, both upwind and downwind. Only the last race on Sunday has been sailed with medium winds(14knots), conditions requiring a perfect prebend of the mast(it has no backstay), and finally we felt very fast and sure about ouselves, even thanks to our weight.
Le regate sono state molto più difficili di quanto la nostra classifica possa far pensare. Il Melges 20 con vento leggero di bolina è una barca molto tecnica da condurre. Sono rimasto colpito dalla differenza di angolo al vento tra un calo ad 1-2 nodi e una raffica vento di poco superiore. Ciò fa si che siano (in tali condizioni) fondamentali le pressioni e più trascurabili i salti di direzione del vento. L’impostazione tattica della regata risulta perciò piuttosto diversa dalle barche su cui sono abituato a navigare, come il Melges 24 e il Melges 32. Ricordo in particolare la prima prova di sabato, in cui le posizioni in testa alla flotta cambiavano continuamente, senza molta possibilità di controllo da parte dei primi. Ovviamente con vento leggermente più intenso le barche hanno una velocità più costante e ciò riporta le cose alla normalità. Noi eravamo l’equipaggio più pesante della flotta, cosa che ci faceva soffrire nell’onda e nella bonaccia di Montecarlo, comunque direi che, nonostante questo, eravamo i più bravi nella conduzione della barca, cosa che ci ha portato ad essere comunque competitivi per la vittoria. La serie di regate a mio avviso è stata decisa dalla pressione del vento: chi la individuava per primo prendeva grossissimi vantaggi sia di bolina che di poppa. Solamente l’ultima prova è stata caratterizzata da vento medio sui 14 nodi, condizioni che richiedevano una perfetta messa a punto della pre-flessione dell’albero (privo di paterazzo), nella quale finalmente ci siamo sentiti sicuri e veloci, grazie anche al peso del nostro equipaggio che era superiore a quello degli altri. Estrema soddisfazione per il rendimento ed estrema felicità per l’atmosfera all’interno del Piazzetta Sailing Team che porta tutti a svolgere i propri compiti con estrema serenità. Un grazie per questo a Benedetto Giallongo, fautore di tutto ciò.
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